Ex Ilva-Acciaierie d’Italia: Il governo non risponde

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Oggi a Palazzo Chigi presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri FIM-FIOM-UILM nazionali hanno incontrato su propria urgente richiesta una delegazione del governo italiano guidata dal sottosegretario Mantovano e dai Ministri Calderone del lavoro, Urso dell’Impresa e Fitto per i rapporti europei. Riteniamo che l’incontro non abbia fornito le risposte che auspicavamo rispetto ai tantissimi problemi evidenziati e le criticità da noi più volte denunciate circa il gruppo ex Ilva.
 
Abbiamo ricordato tutti gli impegni disattesi da parte di ArcelorMittal:
 
-  mancata applicazione del piano industriale condiviso con i sindacati con l’accordo sottoscritto in sede ministeriale il 6 settembre 2018;
 
-  mancato mantenimento dell’occupazione con la messa in cassa integrazione di circa 5.000 lavoratori, oltre a quelli dell’indotto;
 
-  mancato raggiungimento dell’obiettivo di 6 milioni di tonnellate annue di acciaio, anche in fase di massima richiesta del mercato;
 
-  mancato rifacimento dell’altoforno Afo 5, sempre annunciato e mai realizzato;
 
-  mancati investimenti per l’efficienza degli impianti, con gravi rischi di sicurezza;
 
-  mancata trasparenza sull’utilizzo dei 400 milioni per l’ingresso di Invitalia nel capitale
 
sociale e degli ulteriori 680 milioni immessi quest’anno dallo stesso socio pubblico;
 
-  nessuna certezza sui tempi di reintegro dei lavoratori di Ilva in AS.
 
Nell’incontro di oggi non abbiamo ricevuto nessuna “chiara” risposta su come il governo intenda risolvere questa annosa vertenza.
Restiamo stupiti ed esterrefatti dall’aver appreso dal governo dell’interlocuzione in atto con ArcelorMittal per raggiungere un nuovo accordo, dopo quello di marzo 2020 a noi a tutt’oggi sconosciuto, che nella sua realizzazione sta mantenendo come filo di continuità con i Governi precedenti l’esclusione dei lavoratori e dei loro rappresentanti sindacali. Ciò che si è avuto fino ad oggi è stato l’aver mortificato i lavoratori con il mancato rispetto delle leggi e dei contratti di lavoro e l’uso massiccio della Cigs, con il depauperamento delle professionalità e delle competenze presenti in azienda.
 
I risultati economici e produttivi e quelli sociali dimostrano a oggi l’inaffidabilità del management di ADI. Non c’è più tempo.
Auspichiamo che questo Governo, a differenza di quelli precedenti, non si faccia condizionare dal Socio privato che con la sua gestione, in questi anni, ha sprecato risorse pubbliche e ha fatto pagare un prezzo altissimo a lavoratori e cittadini.
 
FIM FIOM UILM confermano tute le iniziative di lotta presenti negli stabilimenti a partire da quella di domani a Taranto sciopero di 24h e convocheranno quanto prima il coordinamento nazionale unitario delle RSU degli stabilimenti per decidere le iniziative nazionali da mettere in campo.
La salute dei lavoratori e delle lavoratrici non si vende e tantomeno la siderurgia italiana non si regala!
 
Roma, 27 settembre 2023
 
FIM FIOM UILM NAZIONALI