Bosch: necessario proseguire il confronto per affrontare la crisi sanitaria ed economica

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Si è tenuta oggi in video conferenza la riunione annuale tra la direzione della Bosch, le delegazioni nazionali dei sindacati e le rappresentanze delle lavoratrici e dei lavoratori degli stabilimenti del Gruppo.

Il Ceo di Bosch Italia, Antonio Fabio Giuliani, ha illustrato la situazione del Gruppo a livello mondiale e italiano in particolare i risultati del 2019 e quelli attesi per il 2020 alla luce dell’effetto dell’emergenza sanitaria.

Il Gruppo Bosch Italia ha chiuso il 2019 con un calo del fatturato dell’8,4% rispetto all’anno precedente, frutto della contrazione dei mercati di riferimento.

Per il 2020è prevista una ulteriore riduzione del fatturato del 13% determinato in particolare dalla crisi del settore automotive e da quella sanitaria dovuta al COVID-19, che incidono notevolmente sull’andamento complessivo della filiale italiana dove la divisione Mobilty Solution pesa per circa 2/3 del fatturato. Non sono previsti impatti sull’occupazione pur rimanendo la forte incertezza sulle lavoratrici e sui lavoratori del sito di Bari.

Si è entrati poi nell’illustrazione della situazione industriale e occupazionale di ogni specifica divisione dove in alcune si sta procedendo a campagne di formazione o rigenerazione, attraverso la staffetta generazionale, frutto di accordi aziendali.

Sul lato salute e sicurezza, per contrastare il virus, sono stati sottoscritti con la rappresentanza sindacale specifici protocolli in tutti i siti che hanno previsto azioni per la messa in sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori.

La Fiom, visto l’aumento dei contagi, ha chiesto di avviare con urgenza una campagna di prevenzione e controllo delle lavoratrici e dei lavoratori e ha proposto di costituire un comitato nazionale per monitorare la situazione degli stabilimenti e condividere azioni comuni. Non può accadere infatti che l’azienda brevetta un sistema di test rapido e che lo stesso venga messo a disposizione solo di alcuni stabilimenti.

La Fiom ha proposto di aprire un confronto nazionale per definire un accordo quadro sull’utilizzo del lavoro agile, sulla formazione e sulla staffetta generazionale a partire dagli strumenti a disposizione dal Governo come il Fondo nuove competenze.

Sul sito di Bari è evidente che le produzioni che sono state portate vanno nella direzione della diversificazione ma non bastano ad assorbire gli oltre 600 esuberi. É urgente riprendere il confronto con il coinvolgimento dei vertici tedeschi poiché l’innovazione tecnologica sulla quale Bosch sta investendo deve essere una risposta per la capacità produttiva degli stabilimenti italiani. Inoltre l’iniziativa aziendale di trasformazione del rapporto da tempo pieno a tempo parziale, seppur volontaria, senza un piano industriale di riconversione del sito che garantisca la piena occupazione non è lo strumento utile ad uscire dalla crisi.

L’azienda ha fatto delle importanti aperture sulle proposte della Fiom che verificheremo a partire dai prossimi giorni. La crisi economica e sanitaria richiedono risposte immediate ed efficaci.

La FIOM ha lanciato una campagna di assemblee nella quale si confronterà sulle proposte per uscire dalla crisi e tutelare l’occupazione e l’industria.

Azienda e Governo devono fare la loro parte a partire dal riconoscimento del ruolo delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno permesso in questi mesi di affrontare la crisi sanitaria e di far diventare Bosch un importante gruppo industriale nel nostro paese.

Fiom nazionale

Roma, 18 novembre 2020

 

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