Industria italiana autobus. Manca la svolta

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Si è svolto oggi, presso il ministero dello Sviluppo economico, l'incontro per il monitoraggio del progetto dell'Industria italiana autobus e l'informazione sullo stato di avanzamento dei progetti industriali relativi alle unità di Bologna e di Flumeri (Avellino).

La riunione è stata aperta dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti, che ha comunicato le prossime tappe di avanzamento per la realizzazione degli accordi precedentemente sottoscritti. Entro il 7 aprile il consiglio d'amministrazione di Invitalia, che ha confermato quanto detto dal Governo, si riunirà per deliberare sul contratto di sviluppo necessario all'avvio del piano industriale per lo stabilimento ex-Irisbus di Flumeri. La direzione aziendale di Industria italiana autobus ha confermato che prima del 7 aprile la proprietà procederà alla necessaria capitalizzazione, che costituisce una precondizione fondamentale alle successive tappe.

Il Governo ha inoltre informato della decisione di procedere con ulteriori atti utili a rilanciare il trasporto pubblico e la produzione di autobus attraverso un'iniziativa in capo al ministero dei Trasporti che permetta agli enti pubblici di poter usufruire dell'utilizzo degli autobus senza averne la proprietà, a cui si aggiunge una modifica del codice per gli appalti che utilizzi il criterio dell'”economicamente vantaggioso” al posto del “massimo ribasso”. Il Governo si è impegnato ad intervenire sulle istituzioni locali e le società “pubbliche” pendenti nei confronti di Industria italiana autobus per un ammontare di 14 milioni, secondo quanto dichiarato dalla direzione aziendale, perché la riscossione dei crediti subirebbe ritardi in media di 8 mesi e mezzo.

In questo quadro la Fiom ha registrato che l'incontro odierno non ha determinato la svolta per cui tutti i lavoratori e i sindacati hanno investito la propria forza, intelligenza e senso di responsabilità che Governo e impresa hanno riconosciuto.

L'incontro di oggi ha fatto chiarezza sul fatto che la ricapitalizzazione non dovrebbe trovare più ostacoli secondo quanto sostenuto dalla proprietà, permettendo così a Invitalia di deliberare sul contratto di sviluppo, la cui realizzazione non avrà comunque tempi immediati.

È necessario che il tempo fino al prossimo incontro al Mise sia utilizzato per realizzare un confronto negoziale in sede istituzionale per i due rispettivi stabilimenti, con un coinvolgimento diretto delle istituzioni a tutti i livelli. Pertanto sia per lo stabilimento di Bologna che per quello di Flumeri dovranno essere calendarizzati gli appuntamenti a livello locale per approfondire tutti i problemi di carattere organizzativo, industriale e di cronoprogramma per la rioccupazione dei lavoratori oggi in cassa straordinaria.

I lavoratori dei due stabilimenti si sono battuti per avere un piano dei trasporti nazionale che garantisca il trasporto pubblico collettivo; si sono battuti per salvaguardare la capacità industriale istallata in Italia e con essa la professionalità delle maestranze, tutto questo non può finire nel paradosso che a giovarne siano produttori e produzioni di altri Paesi, sarebbe una vera e propria beffa che deve essere scongiurata con azioni concrete a partire dal pieno e miglior utilizzo degli impianti esistenti nello stabilimento di Bologna attraverso un reale e costante confronto con i lavoratori e una rapida reindustrializzazione dello stabilimento di Flumeri ai cui lavoratori deve essere assicurato un piano formativo, condiviso con azienda e governo regionale in modo che sia complementare alla partenza del revamping degli autobus circolanti.

Per poter realizzare questo obiettivo c'è bisogno di accelerare il passo e contestualmente di intervenire in modo serio per porre le premesse alla valorizzazione e allo sviluppo di autobus ecocompatibili e sempre più ambientalmente sostenibili. È fondamentale continuare a sviluppare le tecnologie già presenti e puntare su una autonomia produttiva e sulla capacità innovativa: senza la condivisione di questi due obiettivi non c'è la salvaguardia e l'implementazione dell'occupazione di qualità.

Gli stabilimenti italiani debbono essere rapidamente portati a saturazione rispetto alle commesse in essere e per quelle che dovranno essere ottenute partecipando alle gare, superando quindi ogni problema ancora presente.

Infine, nella compagine proprietaria prevale la sinergia “finanziaria” rispetto a quella produttiva; la prima è importante, ma fondamentale è la seconda.

La Fiom non resterà in attesa di vedere realizzati gli impegni presi: sia nel senso di un riallineamento dei tempi relativi al piano industriale presentato, sia nel senso di una sua effettiva concretizzazione, ma organizzerà con i lavoratori tutte le iniziative necessarie a garantire il rispetto degli accordi fino al prossimo incontro al ministero dello Sviluppo economico previsto per la prima settimana di maggio.

 

Fiom-Cgil nazionale

Roma, 24 marzo 2016

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