Parlamento europeo vota a maggioranza risoluzione su licenziamenti collettivi a partire da casi Alstom e Caterpillar

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Parlamento europeo vota a maggioranza risoluzione su licenziamenti collettivi a partire da casi Alstom e Caterpillar

Il parlamento Europeo ha votato la scorsa settimana a grande maggioranza una risoluzione sulle ristrutturazioni aziendali partendo dall’analisi dei casi Caterpillar e Alstom.

Accogliamo positivamente tale iniziativa, che incarica la Commissione di discutere di una possibile revisione della legislazione sui licenziamenti collettivi.

Dopo anni in cui i sindacati denunciano a livello nazionale ed europeo le conseguenze di scelte sbagliate con le quali si sono fatte pagare alle lavoratrici e ai lavoratori le conseguenze della crisi, le scelte di manager miopi e soprattutto l’assenza di una politica industriale nazionale ed europea, finalmente il Parlamento europeo, discutendo dei casi più recenti di ristrutturazioni, fissa alcuni punti nella propria discussione.

Sempre più casi di ristrutturazioni aziendali hanno, infatti, dimensioni e ricadute europee e il Parlamento ha deciso quindi con questa risoluzione di chiedere l’attenzione della Commissione sulla necessità, da un lato, di evitare le ristrutturazioni intervenendo con il sostegno di politiche industriali e di sostegno all’innovazione e, dall’altro, stigmatizzando i costi sociali di tali ristrutturazioni.

Il Parlamento europeo che esprime “forte solidarietà ai lavoratori di Caterpillar e Alstom e alle loro famiglie, ai lavoratoti in appalto coinvolti, e deplora gli effetti negativi che le chiusure avranno anche sulle comunità locali e sulle loro economie”, “chiede che vengano prese misure a sostegno per superare queste difficoltà sociali ed economiche”.

Con la stessa forza la risoluzione condanna “la finanziarizzazione dell’economia reale focalizzata in risultati a breve termine invece di focalizzarsi su strumenti di innovazione che possano sostenere lo sviluppo di lavoro di qualità e benefici a lungo termine per la società” e “chiede che la Commissione consulti i partner sociali sull’opportunità di rivedere l’esistente legislazione in materia di licenziamenti collettivi” soprattutto per evitare “licenziamenti illegali non basati su reali motivi economici includendo possibili sanzioni come per esempio sospendere l’accesso ai programmi finanziati dall’Unione Europea o chiedendo la restituzione degli aiuti pubblici concessi”.

Consci che un eventuale percorso normativo non sia pronto dietro l’angolo di questa discussione ribadiamo con forza la necessità che l’Unione europea metta fine al dumping sociale tra lavoratori intervenendo con una legislazione chiara e che inverta il corso delle politiche che ad oggi hanno solo invece smantellato il diritto dei lavoratori in Europa, ponendo le basi della sua frammentazione della contrapposizione interna e che sono il preludio per la disintegrazione in corso nel progetto europeo.

Per rifondare la stessa idea di Europa bisogna recuperare un progetto socialmente responsabile, a partire quindi anche dalla messa in sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori europei che si trovano in situazioni di crisi o che sono stati espulsi dal mondo del lavoro.

 

Qui il testo della risoluzione:

http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-%2f%2fEP%2f%2fTEXT%2bTA%2bP8-TA-2016-0377%2b0%2bDOC%2bXML%2bV0%2f%2fIT&language=IT 

 

Ufficio Europa Fiom-Cgil

 

12 ottobre 2016