Pubblichiamo il documento conclusivo dell'Assemblea generale del Comitato Centrale della Fiom-Cgil del 25 giugno 2025, l'Ordine del giorno sulla situazione internazionale, approvato con un voto di astensione e l'Ordine del giorno su Gkn, assunto dalla presidenza.
Documento conclusivo
L'Assemblea generale del Comitato centrale della Fiom assume la relazione del segretario generale, il dibattito e il contributo del Segretario Cgil, ed esprime soddisfazione per la piena riuscita dello sciopero generale del 20 giugno scorso e per la larghissima partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori alle manifestazioni con cortei svolti in tutte le regioni.
A distanza di quasi un anno dall'avvio della vertenza, l'altissima adesione allo sciopero indetto per venerdì scorso è la conferma della tenace determinazione dei metalmeccanici e delle metalmeccaniche per la riconquista dei rinnovi di tutti i Ccnl scaduti in categoria: fabbriche vuote e piazze piene sono state la risposta alle nostre controparti che impediscono la ripresa delle trattative.
Neanche la convocazione del Ministero del Lavoro all’indomani dello sciopero e delle manifestazioni del 20 giugno scorso hanno ad oggi determinato la riapertura del negoziato.
La lotta, la mobilitazione, gli scioperi di operai, tecnici ed impiegati che rivendicano il diritto a contrattare non possono mai essere considerati un problema di ordine pubblico, da reprimere o sanzionare. Il pacifico corteo di Bologna non può essere ritenuto un crimine ma anzi, una chiara manifestazione democratica come tutte quelle messe in campo per tutelare lavoro e diritti.
Il conflitto sociale non si può reprimere.
La Fiom è stata e sarà impegnata nel percorso di mobilitazione contro il decreto legge impropriamente chiamato Sicurezza insieme a realtà sociali e politiche. Una legge che criminalizza il conflitto determinando una grande svolta autoritaria nel paese.
Mai come in questa fase occorre andare alle cause che determinano il conflitto sociale, rimuoverle e dare risposte concrete ai lavoratori e alle lavoratrici. Vale per tutte le nostre controparti, come per il Governo.
Rivendichiamo il diritto a contrattare, a partire dalla nostra piattaforma per aumentare il salario, migliorare le condizioni di lavoro, estendere i diritti contrattuali, a partire dal diritto di lavorare in salute e sicurezza.
I metalmeccanici stanno affrontando la “questione salariale”: non basta recuperare l’inflazione, l’Ipca Nei, come previsto dall'ultrattività del Ccnl 2021. A Giugno gli aumenti dei minimi contrattuali non sono una concessione delle imprese ma della contrattazione collettiva nazionale bloccata da Federmeccanica e Assistal, ma anche da Unionmeccanica-Confapi. Per questo vogliamo negoziare tutti i temi contenuti nelle piattaforme.
Per quanto ci riguarda è auspicabile che il cambio della Presidenza di Federmeccanica porti a una discontinuità e a chiari segnali di distensione e di innovazione nei rapporti negoziali con il sindacato.
Ciò vale anche per il Ccnl Unionmeccanica, dove la convocazione pervenuta ieri al sindacato di incontro il giorno 2 luglio prossimo è un primo segnale, frutto della mobilitazione straordinaria delle lavoratrici e dei lavoratori, utile a verificare l’effettiva possibilità di ripresa della trattativa.
L’impegno assunto da Fim Fiom e Uilm è di verificare a luglio la possibilità di riaprire le trattative con Federmeccanica Assistal e Unionmeccanica.
In assenza di convocazione della ripresa delle trattative, l'Assemblea generale del Comitato centrale dà mandato alla Segreteria di individuare, insieme a Fim e Uilm, le ulteriori iniziative di lotta e mobilitazione, da realizzare a sostegno della vertenza per i rinnovi dei Ccnl in categoria.
La crisi, i ritardi competitivi e di innovazione di alcuni tra i più importanti settori dell'industria italiana, si superano rinnovando i Ccnl, rilanciando gli investimenti e le scelte di politica industriale.
Servono ingenti risorse, pubbliche e private, per governare con scelte condivise la transizione, per ridurre il gap tecnologico, di processo e di prodotto, di settori fondamentali per l'industria italiana come l'automotive, la siderurgia, la produzione di energia, l'elettrodomestico e per sostenere la piccola e media impresa con l'obiettivo di salvaguardare l'occupazione e il reddito dei lavoratori.
Anche per questo bisogna evitare il precipitare verso una economia di guerra dell’Italia e dell’Europa. Occorre impedire un riarmo generalizzato degli Stati che sacrifica le produzioni civili al militare, sottraendo ingenti risorse agli investimenti industriali e alla spesa sociale a partire dalla sanità e l'istruzione pubblica.
All'Europa e al Governo chiediamo di impegnarsi per mettere fine a tutte le guerre, per bloccare lo stillicidio di perdita di vite umane di donne, uomini e bambini. Si deve intervenire per fermare il genocidio e la pulizia etnica perpetrati nei confronti del popolo palestinese nella striscia di Gaza e in Cisgiordania ad opera del criminale governo israeliano.
Si deve intervenire per porre fine al conflitto russo – ucraino e per scongiurare l'allargamento del conflitto in Medio Oriente dopo i recenti bombardamenti in Iran da parte degli Stati uniti d'America e di Israele.
Il ripudio della guerra, il rispetto dell'articolo 11 della Costituzione, la pace e la diplomazia per dirimere le controversie internazionali sono anch'esse impegno prioritario della Fiom, della Cgil, delle metalmeccaniche e dei metalmeccanici, per impedire il riarmo generalizzato e usare le risorse pubbliche per rilanciare il lavoro, alzare i salari, rafforzare le protezioni sociali e il welfare.
Pace, contratto, diritti, lavoro, welfare, partecipazione e democrazia. Questioni fondamentali per dare applicazione alla Costituzione Repubblicana.
La stagione referendaria promossa dalla Cgil non ha raggiunto l'obiettivo di abrogare quelle leggi pensate dai governi per svalorizzare socialmente il lavoro, favorire la precarietà, ridurre i diritti, introdurre la competizione tra lavoratori, aumentare il potere di ricatto delle imprese.
Il mancato raggiungimento del quorum, la latitanza anche del servizio pubblico sulla campagna referendaria, l'invito all'estensione dei partiti di governo e della seconda carica dello Stato certificano la profondità della crisi della democrazia e della partecipazione nel nostro paese.
Ciononostante alla Cgil, al proprio gruppo dirigente, ai delegati e alle delegate, resta il grande merito di aver riproposto nel dibattito pubblico la grande questione del lavoro, la sua centralità dentro e fuori i luoghi di lavoro, il contrasto alla precarietà, il diritto di lavorare in salute e della sicurezza.
Va riconosciuto alla nostra organizzazione il merito di aver favorito la partecipazione al voto di 15 milioni di elettrici e di elettori, 13 milioni dei quali hanno condiviso e sostenuto le ragioni della Cgil e di tutti coloro i quali, mondo dell'associazionismo civico, cattolico, studentesco, alcuni partiti, si sono impegnati nella campagna referendaria organizzando assemblee, dibattiti pubblici, volantinaggio nelle scuole, nei mercati e nelle piazze.
Si tratta di lavoratrici e di lavoratori, giovani, precari, pensionati, in parte recuperati dell'astensione, che rappresentano una base sociale su cui investire per dare continuità alle nostre battaglie e conquistare un futuro migliore per il paese.
Allo stesso tempo occorre riflettere sulle difficoltà incontrate, anche nei luoghi di lavoro, sulla cittadinanza trasformata in un quesito referendario sull'immigrazione.
In questo senso la Fiom, il suo gruppo dirigente, restano impegnati in un lavoro politico, culturale e contrattuale nei luoghi di lavoro, per rafforzare la solidarietà tra lavoratori autoctoni e migranti e garantire l'eguale esercizio dei diritti sul lavoro e nella società.
Per perseguire questi obiettivi, dare continuità alla positiva esperienza prodotta nei territori e nelle camere del lavoro con la campagna referendaria, per rafforzare la nostra capacità di ascolto e per meglio intercettare i bisogni, vecchi e nuovi, che provengono dai luoghi di lavoro, mai come in questa fase occorre investire come Fiom e come Cgil sui delegati e sulle delegate, sulla democrazia e la partecipazione dei lavoratori e delle lavoratrici.
Occorre allargare la partecipazione e la democrazia anche per rendere sempre più coerenti le pratiche contrattuali, di categoria e confederali, con gli obiettivi politici sanciti nei congressi e nelle conferenze di organizzazione della Cgil.
Ciò significa anche innovare il modello organizzativo nostro e della Confederazione, renderlo più prossimo ai luoghi di lavoro e al territorio, rafforzando la solidarietà interna anche attraverso una diversa distribuzione delle risorse.
Infine l'Assemblea generale del Comitato centrale Fiom ringrazia tutto il gruppo dirigente, i delegati e le delegate, i militanti e la nostra organizzazione per l'impegno profuso durante la campagna referendaria, valorizzando quel senso di appartenenza e di consapevolezza del ruolo di rappresentanza su cui fare leva per riconquistare una società costituzionale, fondata sul lavoro, sulla solidarietà e l'uguaglianza.
Approvato con un voto contrario