Italtel. È l’ora della verità

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In data odierna Fim, Fiom, e Uilm, insieme al Coordinamento nazionale dei territori e delle Rsu, hanno inviato richiesta di incontro alla Direzione aziendale di Italtel.

Il 17 maggio 2023 è stato sottoscritto al Ministero del Lavoro un accordo di Cds, accordo sofferto ma necessario a scongiurare i 123 licenziamenti che la società aveva annunciato con l’apertura della procedura di licenziamento collettivo. Contestualmente, le OO.SS. e Italtel hanno sottoscritto un piano di uscite incentivate su base volontaria.

Su questi temi Fim, Fiom e Uilm sono a chiedere un incontro come previsto dagli accordi sottoscritti, ma in quella stessa sede sarà necessario che Italtel risponda anche su altri temi, quali le prospettive di andamento di mercato, andamento economico e finanziario dell’anno corrente, investimenti e futuro della società, anche alla luce della scelta fatta da Italtel di cedere il ramo della UBB a Fibermind, operazione annunciata a fine giugno e che sappiamo, da una nota interna di Italtel, essersi concretizzata.

Il 5 settembre u.s. Italtel invia la procedura di cessione di un altro ramo della società; stavolta si tratta del ramo ICT, che passerà alla società Present.

Con questa ultime due operazioni, dal 1° ottobre 2023, Italtel cede 123 persone (100 UBB, 23 ICT) ad altre società.

La situazione attuale di Italtel non sembra affatto in linea con il piano di rilancio annunciato in sede ministeriale la scorsa estate nella sede dell’ex Mise, oggi Mimit. È dunque urgente che la società garantisca investimenti finalizzati a far sì che quel piano di rilancio non rimanga sulla carta.

Sempre in merito al suddetto piano industriale, ricordiamo ad Italtel che lo stesso faceva leva anche sulla riqualificazione attraverso la formazione di buona parte del personale attualmente in forza all’Azienda e per il quale è stato sottoscritto un accordo con le Rsu attraverso le risorse del Fondo Nuove Competenze. Il piano di formazione non è stato ancora presentato, sebbene alcuni corsi siano già iniziati, ma nessuno di essi coinvolge le persone del Service Center, ovvero i lavoratori per cui sono più necessari.

Fim, Fiom e Uilm e il Coordinamento nazionale unitario delle Rsu ritengono che non sia più necessario il ricorso al Cds, visto che l’applicazione delle percentuali di riduzione oraria previste dall’accordo in pratica riguarda sempre e soltanto i soliti noti del Service Center, mentre per gli altri lavoratori e lavoratrici le percentuali reali sono molto più basse o, addirittura, nulle.

Italtel faccia chiarezza circa le reali prospettive del Gruppo, perché oggi come OO.SS. non assistiamo al rilancio della società come era stato annunciato, ma sembra, invece, che si vada verso un lento smantellamento dell’Azienda entro il 2028, così come annunciato nel piano concordatario di PSC.

Rispetto a PSC, che ricordiamo è in concordato preventivo e il socio di maggioranza di Italtel, abbiamo appreso a mezzo stampa (fonte Il Sole-24Ore) che entro ottobre dovrebbe manifestarsi un’offerta vincolante dal Fondo Apollo.

Quale sarà l’impatto su Italtel?

Fim, Fiom, Uilm nazionali

Roma, 15 settembre 2023

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