Venerdì, 19 Aprile 2024

Fincantieri. Uniformare la produttività dei cantieri e internalizzare

Fincantieri

Si è tenuto nei giorni scorsi il Coordinamento nazionale delle RSU di Fincantieri e strutture Fiom-Cgil, con la presenza della segretaria generale Francesca Re David.
La riunione che ha visto la partecipazione di tutti i siti della Fincantieri, ha affrontato i temi delle prospettive industriali (anche in relazione all’acquisizione della STX France), della sicurezza sul lavoro, dei carichi di lavoro, degli appalti e delle condizioni di lavoro.
In riferimento all’alleanza che si sta strutturando con i francesi, mentre da un lato è positiva la crescita dimensionale dell’azienda in un mercato globale sempre più complesso, dall’altro l’accordo raggiunto sulla parte civile lascia notevoli perplessità in relazione al diritto di veto dei francesi sul management, sulle operazioni strategiche e sulle politiche occupazionali del cantiere di Saint Nazaire.
A questo va aggiunto che ancora poco chiari sono i contorni dell’alleanza sul militare che potrebbe avere ripercussioni sulle attività italiane. Su tutto pesa il ruolo del governo francese che proprio in questi giorni sembra stia mettendo in discussione l’accordo raggiunto e l’assenza di quello italiano.
Siamo profondamente convinti però che proprio perché Fincantieri è ormai una grande multinazionale in grado di competere a livello globale, che solo a fronte di grossi investimenti sulle infrastrutture e sugli impianti, i cantieri italiani potranno reggere la sfida.
Inoltre Fincantieri ha oggi una mole di lavoro importante, ben 106 navi ordinate ed altre contrattazioni in corso con diversi armatori per ulteriori unità da aggiungere a quelle attuali. Questo ottimo risultato comporta che per alcuni cantieri ci sono fino a 10 anni di lavoro assicurati. Alla luce di questo assume una gravità inaudita il fatto che con la enorme mole di lavoro già acquisito i cantieri di Castellammare di Stabia e Palermo, non abbiano carichi assicurati e costruzioni di navi complete assegnate.
Analogo ragionamento si può fare per Isotta Fraschini Motori che da anni risente di una mancanza di investimenti, soprattutto su un nuovo motore.
Per quanto riguarda invece le prospettive industriali, gli appalti e la sicurezza del lavoro crediamo che siano temi fortemente intrecciati e legati all’organizzazione produttiva che Fincantieri ha costruito in questi anni e cioè un processo fortemente poggiato sugli appalti.
La maggior parte delle navi in costruzione oggi viene realizzata e per alcuni aspetti anche progettata al di fuori di Fincantieri. Questo processo vede l’abbattimento dei costi al centro di tutto, a scapito delle condizioni di lavoro e della sicurezza per tutti i lavoratori, sia quelli di Fincantieri che dell’indotto.
È evidente che in questo quadro di peggioramento strutturale delle condizioni di lavoro l’incidenza degli incidenti sul lavoro sia fortemente aumentata nell’indotto e diminuita in Fincantieri anche se, bisogna dirlo, la riduzione richiamata dall’azienda è anche dovuta alle fortissime pressioni verso i lavoratori per non far denunciare gli infortuni o ridurne la gravità da parte della stessa Fincantieri.
Lo spostamento massiccio delle attività nell’indotto (a Monfalcone ormai sono presenti 1.800 lavoratori Fincantieri contro 8.000 dell’indotto) porta con se problemi di sicurezza sul lavoro, regimi orari senza controllo, retribuzioni a paga globale al di sotto del CCNL di riferimento e problemi di legalità, possibile evasione fiscale e contributiva legata ai continui fallimenti e/o alle modalità con cui si strutturano le buste paga dei lavoratori.
Per quanto sopra riteniamo assolutamente necessario aprire un confronto a livello istituzionale al fine di intervenire su tutti gli aspetti critici richiamati e impostare una politica industriale dell’azienda che veda al centro investimenti (con Governo, Regioni e Autorità Portuali in primis insieme a Fincantieri), assunzioni, sicurezza sul lavoro, reinternalizzazione di attività e legalità.
Un’azienda pubblica e importante come Fincantieri, deve crescere in un contesto socialmente sostenibile.

Fiom-Cgil nazionale

Roma, 16 luglio 2018

La Fiom è il sindacato delle lavoratrici e lavoratori metalmeccanici della Cgil

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