Giovedì, 25 Aprile 2024

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Sapessi com'è strano..... lavorare a Milano

meccanoscritto

Si chiama “Meccanoscritto” - e già il titolo è particolare. Ma ancor più orginale è l'autore, un trio davvero unico, se non altro perché – in realtà – sono molti più di tre: Wu Ming 2, Ivan Brentani e il Collettivo MetalMente, una ventina di lavoratrici e lavoratori (metalmeccanici, ovviamente), iscritti e delegati della Fiom milanese, protagonisti di un corso di scrittura collettiva che, alla fine, ha partorito alcuni racconti. Ma non basta, perché in “Meccanoscritto” ci sono pesanti tracce di vecchie opere, quelle del concorso di scrittura indetto dalla Fiom milanese nel 1963, alla fine di una storica vertenza contrattuale che infranse il muro degli “anni duri”.

Il libro è fresco di stampa, pubblicato sulla collana “scritture resistenti” delle edizioni Alegre, la sua prima uscita pubblica è prevista per il 25 marzo al Book Pride di Milano. Da quel giorno sarà in libreria e anche in vedita sul sito di Metaedizioni.

Ecco la presentazione che ne fanno gli autori.

"Questa storia inizia in un archivio speciale di una città particolare. È il 2012 quando Ivan Brentari spulcia faldoni all’Archivio del lavoro di Sesto S. Giovanni, la “Stalingrado” d’Italia. Tra le scartoffie, spunta una risma di carta velina. Comincia a leggere e… no, non sono comunicati stampa o verbali di assemblee. Sono racconti, scritti da metalmeccanici, per un concorso della Fiom di Milano. Indetto nel 1963, al termine di un triennio di lotte, le prime vittorie dei lavoratori dopo la Liberazione. Racconti mai pubblicati, rimasti nella polvere per cinquant’anni, nonostante una giuria composta da Umberto Eco, Franco Fortini, Giovanni Arpino e Luciano Bianciardi.
Ivan pensa che di racconti del genere ce ne sarebbe ancora bisogno: scritti dagli operai, senza filtri da giornalisti e false rappresentazioni. Nasce così il collettivo MetalMente, grazie a un laboratorio narrativo animato da Wu Ming 2 e da un gruppo di lavoratori iscritti alla Fiom. Ma a differenza del 1963, la scrittura è collaborativa, a più mani, per reagire a un mondo del lavoro così frammentato e precario da creare solitudine.
Ne risulta un libro intessuto come una treccia. Tre filoni che si alternano tra di loro, disvelando vicende vere e di fantasia. Uomini, tempi e narrazioni saltano gli uni dentro agli altri, si mescolano, si confondono. Ci sono i racconti del ’63 - compreso quello di Bianciardi, da cui nacque l’idea del concorso, - quelli collettivi del 2015 e le infrastorie di entrambe le epoche, scritte impastando documenti originali, dialoghi, aneddoti e testimonianze.
Il risultato è un appassionante romanzo storico ipercollettivo, che racconta, dal punto di vista dei metalmeccanici, la trasformazione del mondo del lavoro".

La Fiom è il sindacato delle lavoratrici e lavoratori metalmeccanici della Cgil

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