Traxanatzis, Camera del lavoro di Atene: “Riconquistiamo la contrattazione collettiva”

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CGILFestaBologna

 

"Il governo greco tratta per liberare tutti dall’austerità e il debito, si lotta contro il neoliberismo per il lavoro dignitoso, la democrazia, la scuola e la sanità pubblica”. Stathis Traxanatzis, segretario generale della Camera del lavoro di Atene e dirigente del sindacato del settore pubblico, esordisce così alla festa della Cgil di Bologna. Poi continua: “Devo ringraziare la Camera del lavoro di Bologna, la Cgil e la Fiom che stanno al fianco dei lavoratori, del popolo e del governo del nostro paese". Lo abbiamo intervistato dopo il dibattitto alla festa bolognese cui ha partecipato insieme al segretario di Podemos di Madrid, Jesus Montero, al segretario generale di Camera del lavoro di Bologna, Maurizio Lunghi e al segretario nazionale Cgil Danilo Barbi.

Come vede le trattative in corso tra il governo greco e le istituzioni europee e il Fmi?

Le trattative sono molto difficili e dure. Il governo greco ha due obbiettivi: alleggerire il debito - una cosa che nessuno credeva possibile fino a poco tempo fa - e rispettare gli obbiettivi del programma di Salonicco ein particolare per quanto riguarda i rapporti di lavoro che sono stati una parte forte del programma di Syriza e delle dichiarazioni programmatiche di Tsipras in occasione del voto parlamentare al suo governo.

Il governo greco vuole rispettare quelle che aveva definito "linee rosse"....

Le trattative si fanno in un difficile contesto europeo e internazionale, perché non dobbiamo scordare che l’Europa di oggi non ha niente in comune con l’Europa di vent’anni fa visto che ha perso o sfimato di molto le sue connotazioni sociali. Quanto tratti con queste istituzioni è ovvio che non potrai ottenere tutto quello che vuoi, per quanto giuste siano le tue rivendicazioni. Ma se riusciamo a lanciare un messaggio che si è aperta una crepa nel regime dell’austerità che colpisce l’Europa non sarà una cosa positiva solo per la Grecia ma per tutti i lavoratori in Europa. Per questo i sindacati di tutti i paesi europei seguono da vicino le trattative tra il governo greco e le istituzioni europee e internazionali. Perfino sindacati che non hanno nessuna affinità ideologica con Syriza dimostrano un enorme interesse per quello che succede: visitano o vogliono visitare la Grecia, seguono con apassione gli sviluppi aspettando il successo del governo di Tsipras; di cui Syriza rappresneta l'asse portante ma che si chiama non casualmente “governo di salvezza sociale”. I sindacati europei sono anche interessati alle nostre trattative perché prendono forza per dire il loro "no" all’austerità che si è imposto nell’ultimo decennio a tutti.

Come vivono i lavoratori greci il cambio di governo?

È molto presto per dire che la vita è cambiata. C’è però un grande sollievo per il risultato elettorale e ottimismo, risocntrabile anche in tutti i sondaggi che danno Syriza con una percentuale molto più alta del risultato delle elezioni del 25 gennaio. I lavoratori sentono che c’è un governo che li rappresenta e lotta per loro dentro e fuori il paese. Un cosa molto importante. Naturalmente il governo sarà giudicato dai cittadini per le leggi che si faranno, una delle quali riguarda i rapporti di lavoro. Il disegno di legge è già pronto, ha preso il via libera dalla commissione della contabilità dello stato, deve essere portato in Parlamento subito dopo la conclusione delle trattative con le istituzioni europee e internazionali. Sarà una legge molto importante, perché in Grecia gli ultimi cinque anni si sono vietati di fatto le contrattazioni collettive nazionali. Se Syriza riesce a far passare questa legge per i sindacati si tratterebbe di una boccata d'ossigeno rivitalizzante. I sindacati hanno bisogno di tutto questo dopo la sconfitta strategica che hanno subito negli ultimi anni dalle politiche dei Memorandum e della disgregazione delle relazioni di lavoro.

Se Syriza vota questa legge in Parlamento offrirà un'opportunità ai sindacati di riaprie la partita delle contrattazioni e delle rivendicazioni dei diritti dei lavoratori sia a livello nazionale che a livello settoriale.

Come giudicate come sindacati e come Camera di lavoro di Atene le misure che ha preso finora il governo di Tsipras?

Devo sottolineare che tutti i sindacati aspettato questa legge sul lavoro. I sindacati e i lavoratori hanno visto positivamente le misure del governo, specialmente la legge per affrontare la crisi umanitaria. Abbiamo avuto misure che riguardano il settore dell’assistenza sanitaria pubblica, verso il quale i lavoratori sono molto sensibili. Ha colpito positivamente tutti l’abolizione del ticket di 5 euro per le viste o il ricovero negli ospedali. La sanità pubblica in Grecia si trova in condizioni disperate e i partiti dei Memorandum e i loro sostenitori fanno di tutto per non lasciare che Syriza interviene per migliorare la situazione, perché capiscono che aumenterà ancora di più il suo consenso.

I grandi mezzi di informazione, che sono tutti contro Syriza, cercano di frenare qualsiasi cambiamento nel settore della sanità pubblica, dove ci sono tanti e forti interessi sia dei privati che delle grandi multinazionali. Syriza deve cambiare il prima possibile i direttori dei grandi ospedali e adottare misure che facciano capire alla gente che siamo di fronte a una nuova situazione e che la sanità pubblica è un diritto sacro dei cittadini.

Quando parla di misure sociali vuol dire che il sistema sanitario nazionale deve proteggere tutte le persone che sono state tagliate fuori dalle politiche di austerità?

Questo è ovvio. In Grecia abbiamo avuto un disastro sociale lasciando fuori dal sistema sanitario tantissime persone. Abbiamo 1,2 milioni di disoccupati, ci sono tanti lavoratori che lavorano per poche ore, ci sono tanti lavoratori le cui imprese non pagano i contributi alla sanità pubblica e agli enti di previdenza sociale e per questo non hanno diritto alla copertura sanitaria. Le misure adottate fino a oggi rimediano a questa grande ingiustizia.

Abbiamo visto le donne delle pulizie tornare al loro lavoro, sono tornati al lavoro i custodi delle scuole, mentre il governo greco ha annunciato assunzioni nella scuola e nella sanità pubblica.

Qualcuno nell’Europa neoliberale ha detto che "Tripras regala privilegi"...

Anche noi abbiamo sentito che le cosiddette istituzioni chiedono che si faccia marcia indietro e si annullino le assunzioni. Prima di tutto dobbiamo dire che le decisioni del governo avevano una carattere sostanziale ma prima di tutto un carattere simbolico e per di più molto forte.

Il governo ha fatto capire che tutti questi lavoratori, tutte queste persone che hanno lottato contro l’ingiustizia per anni e si sono trovati per strada, ci hanno dato una grande lezione di civiltà. Anche noi che siamo nei sindacati abbiamo preso una grande lezione da lavoratori che hanno lottato con coraggio e dignità per vincere. Le donne delle pulizie con i loro guanti ci hanno fato capire che nessun lavoratore in Grecia deve sentirsi vinto o che le sue lotte siano state inutili.

Come sono le vostre relazioni con i sindacati europei?

Dobbiamo rafforzare le nostre relazioni e le nostre comuni azioni, principalmente con i sindacati del Sud Europa e gli altri sindacati europei. Abbiamo visto con grande interesse il fatto che sindacati dall’Europa centrale e del nord abbiamo appoggiato il nostro nuovo governo. Dobbiamo prendere iniziative su tutti i settori, in ogni città e periferia, in ogni paese e ogni settore. Non dobbiamo dare più tregua all’austerità. Devo ringraziare la Cgil di Susanna Camusso e la Fiom di Maurizio Landini che sono stati al fianco dei lavoratori, del popolo e del governo greco contro l’austerità e hanno fatto la più grande manifestazione a favore della Grecia in tutta l’Europa.

Tutti i paesi del Sud Europa hanno il problema del debito, del fiscal compact, dei rapporti di lavoro. Dobbiamo fare un fronte comune perché abbiamo già obbiettivi comuni per difendere i nostri diritti. I lavoratori in Europa sono stati attaccati ovunque, indipendentemente dell’intensità. Lo capiscono tutti che dobbiamo reagire insieme. Lo vediamo molto bene in Italia e in Francia con le misure che prendono quei governi. Sfortunatamente la socialdemocrazia del passato non ha niente a che vedere con i partiti socialisti, socialdemocratici e il partito democratico italiano: chi riesce a trovare differenze tra ciò che fa un governo conservatore o socialista? Per non dire delle grandi alleanze che governano la Germania e le istituzioni europee. È nostro obbligo, dovere e questione vitale muoversi come sindacati sia nel Sud e non solo nel Sud Europa per fermare l’austerità, la disoccupazione e la distruzione del tessuto produttivo. Dobbiamo lottare per un nuovo sviluppo e per il lavoro contro l’impoverimento continuo dei lavoratori. Non è ammissibile che tanti lavoratori in Europa siano poveri perché prendono stipendi da fame, che ci siano milioni di disoccupati e che il futuro dei nostri giovani sia tra il precariato permanente e la disoccupazione.

 

 

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