Fincantieri/Stx. Il governo intervenga per difendere la nostra industria

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La debolezza mostrata da subito da parte del governo nel contrastare l’iniziativa di Macron su Fincantieri, sta producendo il risultato peggiore per l’Italia che, partita con Fincantieri che aveva acquisito dal Tribunale fallimentare il 66,8% di Stx France, rischia di ritrovarsi con una società al 50%, con il diritto di veto dei francesi.

Un’operazione che cambia radicalmente di segno a favore dei francesi e che, a questo punto, proprio in considerazione della debolezza mostrata da chi per il governo si è occupato del dossier, pone diversi problemi.

Per la Fiom-Cgil l’arretratezza e inadeguatezza delle infrastrutture italiane per quanto riguarda i bacini, piccoli e insufficienti a costruire navi di grandissime dimensioni, sono un problema enorme che va affrontato urgentemente da governo, Regioni e la stessa Fincantieri.

Inoltre il nuovo equilibrio trovato dovrà chiarire anche cosa succederà nel campo della costruzione delle navi militari, viste le tecnologie fornite da Leonardo/Finmeccanica a Fincantieri sulle Fremm, le fregate costruite su un progetto congiunto Italia-Francia, e gli interessi francesi di Dcns e Thales su queste stesse forniture.

Questa delicata partita, tutta giocata a favore dei francesi, dovrebbe aprire una discussione più ampia su quanto sta avvenendo a livello europeo sulle difficoltà incontrate dalle società italiane nelle acquisizioni all’estero e, di contro, nella estrema arrendevolezza nella difesa delle nostre poche e ultime grandi società.

Il governo cambi decisamente impostazione e pretenda reciprocità nelle operazioni di carattere europeo, a maggior ragione nel momento in cui si discute di una integrazione dell’industria della difesa. È necessario difendere le nostre produzioni e le professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori italiani di Fincantieri, per questo come Fiom-Cgil avvieremo una grande campagna di sensibilizzazione su questi temi.

 

Fabrizio Potetti, responsabile Fiom-Cgil per Fincantieri

 

 

Fiom-Cgil/Ufficio Stampa

 

Roma, 24 luglio 2017