Lunedì, 29 Aprile 2024

Alcoa. Il tempo sta per scadere

Il 1 dicembre 2016, durante l’incontro tenutosi a Cagliari per la vertenza Alcoa il Ministro Calenda, dichiarava alle parti sociali quanto segue: 1) sottoscritto l'accordo preliminare con l'Alcoa per il subentro di Invitalia nella possibile cessione dello stabilimento, con il conseguente superamento dello smantellamento e che lo stesso era condizionato al solo risultato della due diligence di Invitalia da svolgere e completare in 4 settimane; 2) determinazione dei costi delle bonifiche date in fase di completamento per Alcoa; Questione fondamentale per la disponibilità della multinazionale alla cessione dell’impianto; 3) presenza di alcune interlocuzioni con soggetti interessati all’acquisizione della realtà produttiva; 4) il Governo dava per definito il complesso di modifica dell'ormai famoso articolo 39 del DL 83/12, fondamentale per il contenimento del costo energetico a valere dal 1 gennaio 2017; 5) di aver emesso il Decreto di classificazione del Territorio quale Area di Crisi Industriale Complessa, rifinanziando la relativa Legge 81/89 per renderla utile all’attività di ripresa economica e occupazionale, e dunque non solo per la finalità della proroga degli ammortizzatori sociali previsti per quelle aree dal Decreto Poletti. Proroga che in ogni caso teneva fuori circa cento lavoratori per i quali lo stesso Ministro assumeva un impegno formale ad una soluzione in capo ad Invitalia; 6) è in fase di ultimazione l’iter per dare avvio ai lavori per il dragaggio del porto.

Infine il Ministro prendeva l’impegno di convocare la successiva riunione della “squadra” entro la fine dell'anno in Sardegna.

Oggi, a circa 6 mesi da quell’incontro, quasi nessuna di quelle pratiche ha trovato piena attuazione, ad eccezione dell’accordo tra Alcoa ed Invitalia e della due diligence degli stessi soggetti e della Sider Alloys. In particolare: 1) non vi è la norma per l’abbattimento dei costi dell’energia; 2) non è stata definita la fondamentale misura della partecipazione di Alcoa ai costi della rimessa in moto dello stabilimento, questione direttamente legata alla mancata quantificazione, per Alcoa, del costo della bonifica complessiva dell’area industriale. 3) l’inaspettata notizia dello slittamento dei tempi per l’avvio del dragaggio del Porto industriale perché, diversamente da ciò che si sapeva, deve sottostare alla fase autorizzativa regionale con Conferenza dei Servizi. Elemento importante per l’economia del territorio, ma in particolare per lo smelter di alluminio, infatti è una delle condizioni posta da qualunque soggetto interessato all’acquisizione.

Per contro oggi si ha certezza di una manifestazione d’interesse, con relativo Piano Industriale ritenuto ricevibile dal Governo, e di un’altra in corso da parte di un soggetto di primaria importanza dell’automotive italiana.

La partita sapevamo che era e resta difficile. Abbiamo apprezzato anche pubblicamente il cambio di passo da parte del Ministro Calenda alla fine dello scorso anno. Allo stesso modo però non possiamo che rilevare come lo stesso risulti risucchiato nella vecchia pratica delle lungaggini e degli annunci che poi non si tramutano in atti istituzionali cogenti ed esigibili.

Atti che per noi devono completarsi positivamente entro il mese di maggio. Scadenza che ognuno può intendere come vuole, ma per chi come noi è interessato al risultato è solo l’affermazione che il tempo non è una variabile indipendente, che è prezioso e che se ne è già perso troppo.

 

I segretari Generali Roberto Puddu - Roberto Forresu

 

Carbonia 17 maggio 2017

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