Domenica, 10 Novembre 2024

Lombardia, tute blu: un'estate pesante con 58mila in Cig in Lombardia con il rischio che a fine anno i cassintegrati si trasfomino in licenziamenti.

LOGOFIOM-180X120ll ricorso alla cassa integrazione per le aziende metalmeccaniche lombarde continua ad aumentare senza sosta. Come al solito, la lettura dei dati si presta a interpretazioni di vario genere, che riguardano la complessità geografica e la disorganicità del tessuto industriale regionale.
Nel raffronto mese su mese in tutte le tipologie di intervento per quanto concerne questo ammortizzatore sociale
si registra il segno positivo. In realtà il confronto mensile offre un dato  che si mantiene stazionario. A giugno sono state 7769948 le ore di cassa integrazione, appena lo 0.56% in più rispetto a quelle rilevate nel 2013.
Considerato il dato anno su anno,
il trend è ancora più visibile. Le ore di cassa integrazione ammontano a 120634141.
Dividendo questa cifra per 2100(monte ore complessive lavorabili da un operaio), otteniamo un dato che parla da sé: 57444. E' come se quasi 58mila operai del settore fossero abitualmente in cassa integrazione. Diminuzione del 15% per quanto riguarda la cassa integrazione ordinaria, mentre aumenta quella straordinaria (+32%) e quella in deroga (43%).

Se non si vuol parlare di cassa integrazione, bisogna intervenire con politiche di investimenti e di riduzione dell'orario di lavoro. Il permanere di un così elevato numero di ore di cassa integrazione conferma una difficoltà di molti settori produttivi”, sostiene Mirco Rota, segretario generale della FIOM CGIL Lombardia.
E' necessario e utile intervenire in termini di riduzione della durata delle ore di lavoro e con investimenti pubblici e privati per aumentare l'occupazione e la produttività. Occorre farlo in fretta e senza esitazioni, dato che le politiche attive ideate dalla Regione Lombardia non registrano il benché minimo risultato. Sarebbe utile tornare a ragionare e varare provvedimenti urgenti che vadano in questa direzione”, continuia ancora il segretario dei metalmeccanici lombardi.

La Regione – conclude Rota - ha a disposizione parecchie risorse per liberare energie che diano ossigeno al sistema industriale. Il rischio concreto altrimenti, senza un piano d'azione ben calibrato, è che si arrivi a fine anno, quando interverrà anche la pessima riforma Fornero, con la riduzione della durata della mobilità, provocando un'ulteriore emorragia occupazionale che rischia di assestare un colpo ancora più pesante a tutti i settori economico-produttivi della nostra regione”.

La Fiom è il sindacato delle lavoratrici e lavoratori metalmeccanici della Cgil

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