Sabato, 04 Maggio 2024

Dxc technology. Un piano opaco con nuovi tagli. Contrasteremo qualsiasi azione unilaterale

Dxc

 

Ieri, al ministero dello Sviluppo economico, si è tenuto l’incontro, più volte richiesto dalle organizzazioni sindacali, sul piano industriale della Dxc technology, azienda di It nata dalla fusione tra Csc e Enterprise services di Hp, che occupa su tutto il territorio italiano circa 2.700 dipendenti.

La direzione italiana di Dxc technology ha presentato un piano triennale che, a seguito del pesante calo di fatturato sui servizi tradizionali erogati dall’azienda, propone una profonda riorganizzazione. Secondo l’azienda, per cogliere la domanda crescente di servizi di trasformazione digitale, sono necessari una conversione della forza lavoro attraverso un’azione di reskilling e una riduzione dei costi da effettuarsi con tagli del personale, aumento delle attività automatizzate piuttosto che cedute a terze parti o delocalizzate, utilizzo di società low cost interne al gruppo. La riduzione del personale che, secondo l’azienda, ha un’età media molto elevata, avverrebbe, in parte, attraverso l’esternalizzazione di rami d’azienda verso soggetti industriali che al momento non sono stati chiariti. Inoltre, per ottimizzare l’attività finance legata ai progetti, l’azienda intende trasferire a partire da gennaio del prossimo anno, circa quindici lavoratori dalla sede di Roma a Cernusco sul Naviglio. A fronte di questo quadro l’azienda ha proposto alle organizzazioni sindacali di avviare un confronto sugli ammortizzatori sociali.

Per Roberta Turi, segretaria nazionale della Fiom, e Valentina Orazzini, coordinatrice nazionale di Dxc technology, “la Fiom ritiene che il piano industriale presentato, peraltro molto vago su troppi punti, sia la solita ricetta fatta di tagli al personale e di riduzione dei costi, operazione compiuta più volte, ma che non ha mai dato i risultati sperati. L’unica cosa su cui concordiamo è la necessità di una trasformazione dell’azienda, che negli ultimi anni ha perso l’occasione di rifocalizzarsi su quelli che erano i nuovi trend del mercato digitale. La Fiom è pronta ad affrontare il tema del reskilling e della riqualificazione del personale che fino ad ora si è dedicato ai servizi tradizionali: questa è la vera sfida su cui siamo pronti a discutere fin da ora. Rispetto alla riorganizzazione proposta deve essere chiaro che vogliamo avere tutti i dettagli di un piano ancora confuso e che non accetteremo azioni unilaterali, come i trasferimenti che Dxc vorrebbe a partire da gennaio, o come eventuali esternalizzazioni verso soggetti industriali che non diano sufficienti garanzie occupazionali: su questo siamo pronti a mobilitarci fin da ora. Nelle prossime settimane si terranno in sede aziendale incontri di approfondimento del piano per rivedersi al mise il 19 dicembre. Al ministero dello sviluppo economico chiediamo di intervenire affinché quest’ennesima riorganizzazione non comporti tagli pesanti di personale e la dispersione di competenze importanti per il paese. Questo confronto ripropone inoltre la necessità di andare ad una modifica immediata del sistema previdenziale, che fino a prova contraria ritiene che i lavoratori fino a 67 anni siano tutti abili e arruolati. Le aziende non la pensano così, come la mettiamo? È ora di cambiare.”

 

 

Fiom-Cgil Ufficio Stampa

Roma, 3 novembre 2017

La Fiom è il sindacato delle lavoratrici e lavoratori metalmeccanici della Cgil

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